| La Gazzetta dello sport - È una Roma sazia quella che stasera si siede in poltrona a gustarsi Napoli-Inter. Quattro a uno al Palermo, punteggio più rotondo dell’intero campionato, nona vittoria (la sesta in serie A) e ventesimo risultato utile consecutivi tra campionato e coppe, secondo posto riconquistato e classifica che dice meno sei dall’Inter. Se San Gennaro fa la grazia, il calendario del prossimo week-end propone Inter-Samp al sabato, Roma-Catania alla domenica, Inter-Chelsea al mercoledì... Vittoria netta ma perché nel secondo tempo in campo c’è stata solo la Roma del sempre più eclettico (e fortunato) Ranieri. Il Palermo, che Delio Rossi ha reso più bello senza tuttavia risolvere il suo cronico mal di trasferta, aveva infatti disputato un ottimo primo tempo nel quale meritava come minimo il pari. Ma alla Roma in questo periodo tutto fila: e così, il gol di Brighi in comproprietà con Bovo e un paio di parate super di Julio Sergio hanno indirizzato un match che nella ripresa è diventato in discesa: Baptista (subentrato a Totti e quindicesimo marcatore della Roma in campionato, è record) e ancora Brighi hanno chiuso i conti dopo un’ora, e al rigore di Miccoli nel finale ha subito replicato un altro eurogol di Riise. La chiave È racchiusa nella capacità della Roma di cambiare sempre pelle, di avere imparato a soffrire e di sfruttare come mai le palle inattive. In un primo tempo dove il Palermo non sfrutta tre chiare occasioni (ma Julio Sergio è decisivo su Migliaccio e Cavani), il piatto di Brighi con deviazione di Bovo nasce dal corner di Totti ed è la rete numero 21 (su 42) che arriva da palla ferma. E’ chiaro che in questo c’è la mano di un allenatore che non smette di stupire. Roma camaleonte Ranieri manda Totti in campo nonostante la settimana tribolata, tiene Mexes tra i migliori a Firenze in panchina, mette fuori Perrotta e dentro Burdisso e Brighi, quest’ultima una scelta profetica. Cambia anche il modulo: si parte col 4-3-1-2 con Brighi in linea con Pizarro e De Rossi, e Taddei trequartista centrale (un inedito) dietro Totti e Vucinic. Si prosegue, dopo la metà del primo tempo e fino alla fine, con un 4-4-2, Brighi e Taddei gli esterni, d’antica e collaudata memoria. Per un po’ ne guadagnerà il gioco di entrambe le squadre: perché Taddei esterno sa far male e perchè Liverani liberato dalla sua ombra confeziona assist. Sull'1-0 Totti, comunque più utile che non a Firenze(ammonito, sarà squalificato), viene sostituito da Baptista e sul 3-0 Menez farà altreattanto con Vucinic. Sempre cortissima, la Roma è micidiale nelle cosiddette ripartenze e approfitta delle amnesie dei centrali difensivi rosanero. Motta taglierà il campo per il gol di Baptista (viziato però da una spinta di Taddei su Cassani) sul quale Brighi fa l'uomo assist prima di bissare in proprio da fuori. E il 4-1 arriverà da una volata di Pizarro e da un sinistro doc di Riise. Nove soli puti su 37 presi in trasferta fanno capire che il bel Palermo di Rossi deve crescere nella testa prima che nelle qualità. Di quella che ce ne è, anche se Pastore in panchina per quasi un'ora(sarà lui a conquistare il rigore dopo un palo di Balzaretti) fa un po' male. Ma il 4-3-1-2 funziona e le ragioni della sconfitta vanno ricercate più nella giornata negativa di Bovoe Kjaer e nel calo di Liverani nel secondo tempo che non nel numero delle palle gol mancate. Contro questa Roma cinica ed essenziale, d'altra parte, chi sbaglia paga.
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